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Quanto sono influenti gli influencer? Risponde la #socialintervista

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Ben ritrovati cari lettori e social intervistatori. Avevamo annunciato una sfida particolare tra “titani” della rete e del social, Claudio Gagliardini, Matteo Bianconi, Rudy Bandiera e Davide Licordari e finalmente è arrivato il momento.

Le due squadre (Claudio e Matteo vs Rudy e Davide) l’una contro l’altra sono qui per rispondere alle domande della community
 di Futurap sull’argomento “Quanto sono influenti gli influencer? Marchetting, blogging e deontologia della brand communication: un rapporto in crisi? Esistono ancora gli 
influencer della rete e quanto contano come orientatori di opinione?”.

Vi ricordo le regole di #socialintervista: 280 caratteri per squadra per rispondere a 6 domande, 2 mie e 
2 dei follower. Le squadre hanno avuto poi a disposizione una domanda a testa da porsi a vicenda per mettere “in difficoltà” gli avversari.

Iniziamo: ogni squadra ha 140 caratteri per
 presentarsi e altri 140 per presentare i propri sfidanti

C&M: Claudio è un network di cellule in costante condivisione con il Mondo, Matteo fa social
 di secondo nome. Che lavoro potevamo fare?
Rudy e Davide sono professionisti seri e preparati. Tra l’altro hanno inventato anche gli aperitivi a
base di ciccioli. Siamo uniti dalla lovvotica.
R&D: Due esperti del web, due professionisti serissimi che non rinunciano a gigioneggiare, sperando di regalare un sorriso a coloro che li seguono. Lovvoticamente parlando.Claudio e Matteo sono l’altra metà della nostra social-mela.

Chi è secondo voi un influencer, quanto vi ritrovate in 
questa “etichetta” e chiunque, anche un consumatore che usa molto bene i social per
 condividere opinioni di “marca”, può diventarlo?

C: Influencer è chi l’influencer fa (cit) ma soprattutto chi 
dimostra ad altri utenti la sua competenza e con essa influenza le loro
decisioni.
M: Così è se vi pare: l’influencer non è un lavoro, ma una sorta
di riconoscimento pubblico alle capacità dimostrate. È anche un
mobile IKEA, no?

vs

R: Influencer è un nome bruttissimo per etichettare qualcuno che ha tanti amici. Di conseguenza TUTTI possono essere o diventare influencer
D: Influencer è uno che sposta le opinioni di qualcuno in merito a qualcosa. Tutti possono diventarlo, anche in piccolo. Noi al massimo, secondo me, siamo opinionisti dei settore.

Alcuni di voi sono giornalisti, blogger e fanno consulenza di social media marketing.
 Che differenza c’è tra l’attitudine di un blogger e quella di un giornalista? Considerate 
il blogging una professione che debba avere delle “regolamentazioni” etiche e
deontologiche?

C: No, un blogger deve essere libero di scrivere quel
che pensa, altrimenti non è un blogger. Paga pegno se e quando 
commette reati.
M: Giornalismo e blogging sono due mondi paralleli che
rispettano regole comuni e diverse. Alla base ci dev’essere sempre
del buon senso.

vs

R: “Giornalismo” è ormai un nome fine a se stesso. Il blogger è il nuovo meme informativo.
D: Le differenze sono minime e abissali al contempo. Il blogger io lo vedo come uno che cura un proprio spazio sul web: come, dove, quando e perchè dipende dalle sue attitudini (perchè no, giornalistiche) e capacità.

e ora passiamo alle domande dei follower:

@sara:A seguito delle mille polemiche che hanno investito il mondo del Travel blogging vi
chiedo: quando un influencer accetta un invito a provare un prodotto (che sia una struttura 
ricettiva, una destinazione turistica o un’esperienza), diventa automaticamente un
 markettaro? 
Se la risposta alla domanda precedente è no, qual è il limite tra influencer che testa un prodotto e successivamente informa i suoi
follower, e il markettaro puro che vive/viaggia a scrocco?

C: No, è un markettaro se invece di esprimere la sua
 opinione si svende in elogi. Il limite è esclusivamente nella credibilità
dell’influencer.
M: La trasparenza è la grossa linea rossa tra marketta e 
professionalità: paradossalmente al concetto, è ben visibile. Basta
 fare attenzione.

vs

R: Il limite è nella credibilità del blogger. Se il blogger vuole mantenerla non può permettersi di diventare marchettaro.
D: L’influencer che è ascoltato dai suoi lettori lo è in quanto credibile. Nel momento in cui è accondiscendente non è più interessante, quindi perde il suo status.

Francesco Martusciello: 
Qualche tempo fa ad una generica domanda di “aiuto” da parte di una titolare di
 azienda un blogger ha commentato in separata sede che gli aiuti si potevano avere, ma
 pagando. Affermazione più che corretta se si trattasse di un professionista, un avvocato
 per esempio. Ma il fine di un blog, o almeno uno degli obiettivi principali di un blogger
divenuto influencer, è la consulenza? Se si, quali sono le regole?

C: E se l’errore fosse dell’azienda, che si è rivolta a un blog 
chiedendo aiuto, invece che a un professionista? I confini sono
sempre labili.
M: Gli obiettivi di un blog possono essere tanti, ma credo che
la beneficienza sia per pochi. Dipende poi dalle capacità e dall’onestà
del blogger.

vs

R: Le regole sono quelle di sempre: vuoi pubblicità paghi. Purchè sia tutto trasparente non mi sembra una cosa sconcia.
D: Il blogger se dà consulenza deve essere pagato, nel suo campo è pari a quello che è un idraulico nel caso di tubatura rotta. La conoscenza si paga.

domanda di Rudy e Davide per Claudio e Matteo

R&D: Il SEO è morto? Vista l’ascesa social nella formazione di un ranking per i siti pensate 
che il SEO di domani debba cambiare, che sia finito o che il famigerato “link building”
possa rimanere il cardine del posizionamento?

C: Il SEO è sempre più SEOCIAL e sempre meno tecnico. Non
è morto, sta cambiando, premierà chi lavora bene e chi “investe” nel
modo giusto.
M: E che diavolo c’entra con il tema della sfida? Ecco,
abbiamo vinto a tavolino, Claudio!

domanda di Claudio e Matteo per Rudy e Davide

C&M: quali sono i fattori chiave di una buona “reputation”?

D&R: Onestà, simpatia, generosità, competenza, voglia di condividere con gli altri. E un po’ di sano disincanto.

Grazie mille Rudy, Davide, Claudio e Matteo per la vostra disponibilità e per esservi messi in gioco.
Ora tocca a voi, quale squadra ha vinto la sfida di #socialintervista? Aspetto il vostro giudizio su twitter, usando sempre l’hashtag #socialintervista!
Grazie a @luca2d, @sara, Francesco Matuscello, @amisaba, @leosorge, @christian__p, @miccign, @la__splendida, andst17, Christian Petruccelli per aver inviato le domande e aver partecipato al gioco.

Futurap

 

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